Si fa sempre un gran parlare di benzina e diesel e del loro futuro, che molti definiscono incerto. Ora c’è la scoperta di un carburante rivoluzionario, che potrebbe davvero cambiare tutto. Ecco di quale si tratta.
Quale sarà il futuro dell’automotive in termini di alimentazioni? Difficile dirlo, considerando quella che è la situazione attuale soprattutto in Europa, in cui si vuole puntare su innovazione e sostenibilità. L’elettrico è la prima scelta secondo la UE, ma i clienti non la vedono allo stesso modo, ed è così che benzina e diesel continuano a rappresentare un punto di riferimento, dominando la scena nelle immatricolazioni.

I costruttori stanno tornando indietro sul fronte delle emissioni zero, come annunciato dal gruppo Stellantis, che sembra sulla via dell’annullamento del piano Dare Forward 2030, varato da Carlos Tavares e che puntava alla vendita di sole auto ad emissioni zero in Europa entro quella data. Nel frattempo, alcuni esperti studiano soluzioni alternative alla benzina ed al diesel, nella speranza di trovare soluzioni rivoluzionarie. Ora è stato presentato un carburante di cui tutti iniziano a parlare, e che può far seriamente svoltare un settore in seria difficoltà da troppo tempo.
Carburante, un team di ricercatori sfrutta i rifiuti di plastica
In un mondo delle quattro ruote che si evolve continuamente, ma senza trovare un’alternativa reale ai classici combustibili, ovvero benzina e diesel, ecco che emerge una novità di cui tutti parlano. Un gruppo di ricercatori ha sviluppato un carburante alternativo basato sulla trasformazione dei rifiuti di plastica, un’innovazione che permette di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, ma che potrebbe anche aiutare e non poco il problema della plastica in eccesso. Essa verrebbe riciclata per poi essere riutilizzata come carburante, andando a risolvere, in sostanza, due problematiche in una.

Ma come funziona questa nuova tecnologia? Essa è basata su un processo chimico innovativo, che va a convertire i polimeri della plastica in idrocarburi liquidi. Tramite un processo noto come pirolisi, i rifiuti di plastica vengono riscaldati in assenza di ossigeno e vanno così a decomporsi a livello termico, venendo trasformati in un olio combustibile simile a quello che proviene dalle fonti fossili. Il nuovo carburante viene poi raffinato e può essere sfruttato nei motori a combustione interna senza dover modificare la loro struttura in maniera importante. Dunque, siamo di fronte ad una potenziale rivoluzione, che tutti attendono da tempo con ansia.