C’era una volta una Renault forte anche nel Motorsport che portava il suo know-how dalle competizioni alla strada.
La Renault ha creato in passato autentici capolavori. C’erano una volta gli anni ’90, decennio di bolidi e sgommate, dove tutto o quasi era permesso. Quanta nostalgia pensando alla Renault Clio V6, che fece capolino, in veste di showcar, al Salone di Parigi del 1998: la vetrina più prestigiosa per festeggiare in grande stile il centenario della Casa.

La Clio V6 ebbe una genesi opposta rispetto alla Renault 5 Turbo. La nuova utilitaria muscolosa derivava infatti dalle vetture da corsa utilizzate nel campionato monomarca “Clio V6 Trophy”. Alimentata da un motore V6 da 3.0 litri e 227 cavalli di potenza massima, montato in posizione centrale che scarica la potenza sulle ruote posteriori, era un bolide. Della Clio V6 furono prodotte poco più di 1.600 unità tra il 2001 ed il 2002.
Oggi ha un valore per i collezionisti, ma per i nostalgici quel V6 fa scendere una lacrima. Il motore della Renault Clio V6 venne sviluppato con la collaborazione dalla TRW (Tom Walkinshaw Racing) e si caratterizzava sia per la V di 60° che per la “fame” di giri, riallacciandosi direttamente alla tradizione dei V6 sportivi vecchia scuola.
Renault, mostro francese
L’unità propulsiva di base era il 3.0 V6 “ESL” che sostituiva il famigerato motore PRV, in servizio dagli anni 70. Il propulsore di partenza era frutto di una nuova collaborazione tra PSA e Renault. Docile se guidata con un piede leggero, un mostro all’occorrenza. Il bello di quell’epoca era proprio in questo scenario che esaltava auto di piccole dimensioni pepatissime. La velocità massima sfiorava i 250 km/h, mentre l’accelerazione da 0 a 100 Km/h richiedeva 6,5 secondi. Con il suo carattere da enfant prodige, la V6 “Phase I” riuscì a conquistare oltre 1600 temerari possessori. Per chi fosse interessato all’acquisto, oggi, converrebbe sicuramente puntare alla “Phase II”, riformulata rispetto alla prima serie sul piano tecnico.

City car da pista, con un rapporto peso potenza mai visto prima. Una scheggia per guidatori esperti, musica per le orecchie e per tutti coloro che hanno un DNA sportivo. Ricordo di un’epoca d’ oro quando le auto si costruivano solo per essere guidate senza pensieri su autonomie e consumi.