Sempre più marchi investono e sviluppano motori a 3 cilindri, che sembrano ormai aver preso il sopravvento sugli altri. Andiamo a scoprire per quale motivo vengono preferiti dai vari brand e cosa riserverà il futuro.
Si fa sempre un gran parlare dei motori delle auto odierne, con i costruttori chiamati a continue innovazioni tecnologiche per raggiungere vari obiettivi. I brand devono produrre propulsori affidabili, efficienti e rispettosi dell’ambiente, pur non perdendo troppo in performance e senza inficiare in maniera eccessiva il discorso costi. Ebbene, Stellantis in primis, ma anche le case concorrenti, hanno già fatto una scelta in tal senso.
I costruttori e le loro scelte più recenti hanno determinato una svolta verso i motori a 3 cilindri, come confermano i modelli svelati nel corso degli ultimi anni. Nell’aprile del 2024 sono stati tolti i veli all’Alfa Romeo Junior, che nella variante a benzina Mild Hybrid è spinta da un motore a 3 cilindri 1.2, così la FIAT 600, ma anche la Grande Panda punta su una scelta del genere. Nelle prossime righe, proveremo a capire cosa c’è dietro alla scelta dei costruttori, che sembrano ormai voler procedere imperterriti sulla loro strada intrapresa in questi anni.
Le varie case stanno impostando lo sviluppo dei motori a 3 cilindri, e ci sono dei motivi ben precisi dietro a questo scenario. I 3 cilindri garantiscono un numero limitato di emissioni, un argomento che oggi è sempre al centro delle discussioni, soprattutto in Europa. Essi si basano sul concetto del downsizing, in modo da ricercare un’efficienza maggiore e consumi più contenuti, andando così a consentire al cliente anche un risparmio in tal senso. I motori a 3 cilindri hanno un ordine di accensione 1-2-3 dei cilindri, grazie ad uno sfasamento delle 3 manovelle dell’albero motore di 120° ognuna.
Inoltre, i consumi sono ben più contenuti rispetto ad un 4 cilindri in linea, ed anche le emissioni inquinanti ne guadagnano, per via della cilindrata più bassa, nonché del peso inferiore. Ci sono poi dei costi di progettazione e produzione più bassi, in modo da rendere le auto che li montano più economiche. Stellantis, come anticipato, è uno dei gruppi che sta maggiormente puntando su questa tecnologia, ma non è di certo l’unico oggi.
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