L’Unione Europea, secondo quanto affermato dal CEO della Repsol, era il centro del mondo per quanto riguarda i motori termici. Ora, invece, è necessario rivolgersi ai cinesi, nuovi padroni del settore.
L’Europa ha da tempo adottato una tattica suicida di limitazione dell’utilizzo e della produzione dei motori termici, puntando il dito soprattutto sul diesel. L’idea è quella di produrre e vendere in campo europeo solo auto elettriche entro il 2035, una data che è ormai imminente, ed è proprio per questo che uno scenario simile appare del tutto irrealizzabile. I veicoli ad emissioni zero non convincono, per via di prezzi troppo elevati d’acquisto, di autonomie troppo ridotte e di lunghi tempi di ricarica.

Insomma, l’auto elettrica non può essere ancora considerata come il mezzo del futuro, ed il motore a combustione interna è un bene da preservare. La Cina è diventata il punto di riferimento globale a livello automobilisitico, con ben 150 case costruttrici. Ora è arrivato un pesante attacco contro le politiche europee da parte del grande boss della Repsol, che punta ad invertire la tendenza.
Motori termici, le dure parole di Imaz della Repsol
Il CEO della Repsol Josu Jon Imaz, presso il Gipuzkoa Business Forum, ha fatto chiarezza sull’importanza dei motori diesel: “Il tanto criticato motore diesel ha salvato questo paese. Produrre i motori a gasolio affinché i prodotti raggiungano i supermercati ogni mattina è una responsabilità morale. Abbiamo bisogno di tutte le energie della nostra società per la decarbonizzazione, ma il dibattito non dovrebbe in alcun modo vertere sull’opportunità o meno di ridurre le energie rinnovabili, le quali rappresentano una risorsa molto importante“.

Imaz ha poi descritto la situazione europea, che non è certo rosea in termini automobilistici: “Negli ultimi sei anni, abbiamo perso il 12% delle aziende ad alto consumo energetico in Europa, per via degli alti costi energetici europei rifornite dalla Russia di gas e dalla Cina di materie prime. Abbiamo bisogno di politiche energetiche che si concentrino sull’energia e che non siano subordinate all’ecologia. Il motore a combustione interna era il fiore all’occhiello dell’industria ed ora ci siamo rivolti alla tecnologia cinese. Dobbiamo riuscire ad incentivare all’acquisto di veicoli per la mobilità senza danneggiare la nostra industria“.