Se fosse possibile creare una trasposizione fumettistica nel mondo di Walt Disney, la posizione degli Agnelli sarebbe quella di Paperon de’ Paperoni che naviga nell’oro.
C’è chi colleziona riviste e chi può fare la conta dei lingotti. Inutile puntare il dito contro gli ereditieri di un impero. Alzi la mano chi non avrebbe voluto gestire un patrimonio immenso e navigare nell’oro. Gli Agnelli in Italia sono quasi come una famiglia reale. La loro fortuna è nata in un’epoca irripetibile per l’automotive nostrano.

Sul piano imprenditoriale con la partecipazione estesa in svariati settori i discendenti di Gianni Agnelli hanno accresciuto una posizione da favola. Di generazione in generazione il potere economico è aumentato. Il punto di forza del business della famiglia piemontese rimane Stellantis, nonostante la crisi di alcuni marchi. Sotto la gestione di John Elkann c’è anche la Ferrari. Il nipote dell’Avvocato non è riuscito ancora nell’impresa di vincere in Formula 1, ma anche grazie ai risultati ottenuti nel WEC sono cresciuti i fatturati del Cavallino.
Le difficoltà hanno colpito anche il mondo del calcio, ma la Juventus rimane una delle società più importanti al mondo. Oltre alle realtà sopracitate, Exor, di cui il 65% è rappresentato dalle partecipazioni in Ferrari, Stellantis e CNH industrial è in costante crescita. Un 10% del Gruppo deriva dalle partecipazioni in Iveco, Juventus, Institut Mérieux, Christian Louboutin, Via, The Economist, GEDI ed altre società.
L’oro degli Agnelli
La Fiat Chrysler Automobiles si è unita a PSA (Peugeot Société Anonyme) nel 2021 dando vita al Gruppo Stellantis. Una espansione ricca di insidie, ma anche di possibilità. I principali membri della famiglia piemontese hanno avuto cariche direttive in FIAT. Giovanni Agnelli, Gianni Agnelli, Umberto Agnelli, Giovanni Alberto Agnelli, John Elkann e Andrea Agnelli hanno tutti ricoperto ruoli apicali.

Giovanni Agnelli è stato senatore del Regno d’Italia, Gianni Agnelli fu designato senatore a vita, Umberto Agnelli fu nominato parlamentare e Susanna Agnelli è stata sottosegretario e ministro degli Affari esteri. Il deposito di oro consisterebbe in 138 tonnellate. Un tesoro che ammonterebbe ad un valore di quasi dieci miliardi di dollari. Nel caveau, oltre agli innumerevoli lingotti, sarebbero accatastate opere d’arte ed altri beni di lusso. Una posizione inscalfibile, anche perché l’oro sarà sempre un bene rifugio.