Il settore automotive è sempre più in crisi, e dalla Germania arrivano segnali sempre più negativi. Le ultime elaborazioni degli esperti fanno emergere un quadro sempre più nero. Ecco quali sono i dettagli.
C’era una volta l’automotive che era uno dei settori più in voga dell’intera industria, una vera e propria macchina da guerra che appariva inarrestabile. Tuttavia, a partire dal periodo del Covid-19, è cambiato tutto, e l’intera filiera produttiva si ritrova a vivere uno dei periodi peggiori di sempre. La Germania è forse il paese più in difficoltà in Europa, almeno facendo un raffronto con pochi anni fa.

La Volkswagen, vero e proprio gigante dell’automotive, ha subito un crollo devastante delle vendite, trascinando nel baratro anche gli altri marchi che fanno parte del gruppo. Una crisi devastante ha colpito anche chi si occupa di produrre componenti, che risultano meno richiesti dal momento che la produzione è diminuita rispetto al passato. Uno studio effettuato dalla società di revisione nota come EY ha tracciato un bilancio molto negativo, che non fa affatto ben sperare in chiave futura. Andiamo a scoprire cosa è stato previsto.
Automotive, dalla Germania dati negativi e preoccupanti
Secondo l’analisi pubblicata da EY, negli ultimi 12 mesi sono stati persi ben 100 mila posti nell’industria manifatturiera, di cui il 45% circa nelle sole attività legate alla produzione di auto. Pensate che in Germania, il settore delle quattro ruote genera qualcosa come un quinto della totale ricchezza nazionale, e dei dati così negativi non fanno che pensare al peggio. Al 31 di marzo scorso, l’industria tedesca occupava 5,46 milioni di persone, in diminuzione dell’1,8% rispetto ad un anno fa. Ciò significa che sono andati persi 101 mila dipendenti, e rispetto ai livelli precedenti alla pandemia di Coronavirus, sono stati persi un totale di 217 mila posti di lavoro, pari ad un -3,8%.

Rispetto al 2018, la perdita della forza-lavoro è stata pari ad un calo di 240 mila posti, e proprio sette anni fa fu raggiunto il picco di posti di lavoro di circa 5,7 milioni di lavoro. Secondo la ricerca, non viene escluso un ulteriore calo di circa 70 mila dipendenti entro la fine del 2025, soprattutto nella meccanica e nell’industria dell’auto. I dati rafforzano dunque le paure su una vera e propria deindustrializzazione della Germania, che da economia trainante in Europa, è entrata in una fase di piena recessione. E per l’automotive sono tempi sempre più duri, senza apparenti soluzioni all’orizzonte.