Suonano come fossero spiccioli, ma 2 miliardi rappresentano la somma monstre che Exor potrebbe sborsare per diversificare il portafoglio di investimenti di John Elkann.
John Elkann sta attraversando un periodo complesso, fatto di soddisfazioni ma anche di ombre. Diversificazione negli investimenti per Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, alle prese con una crisi del mercato dell’auto e nuovi investimenti. John Elkann è alla ricerca, in Europa o negli Stati Uniti, di una società con una capitalizzazione attorno ai 20 miliardi di euro, nella quale acquisire una partecipazione tra il 10% e il 15%, diventandone così l’azionista principale.
“Abbiamo detto che, se facciamo un’acquisizione, deve spostare l’ago della bilancia in termini di peso complessivo nel nostro portafogli”, ha dichiarato il CFO De Boer. L’obiettivo è rinvestire circa 3 miliardi di euro, incassati all’inizio dell’anno dalla cessione parziale della quota in Ferrari. Il perimetro geografico resta concentrato su Europa e Stati Uniti.
Esiste un gruppo selezionato di aziende che rispondono a questi requisiti, perchè se il mercato dell’auto è complesso, e sono i dati a parlare, nel primo trimestre 2025 la produzione complessiva (Gruppo Stellantis) nel Paese è crollata di un altro 35,5%. Ma per quanto riguarda le sole auto, al netto dei veicoli commerciali, il dato è ancora più grave: -42,5% con soltanto 60.533 vetture realizzate in tre mesi in tutti gli stabilimenti italiani. Sono i numeri peggiori dal 1956, quasi settant’anni fa.
Investire in settori nuovi e diversi rappresenta una strategia importante per affrontare le sfide del futuro, infatti, il portafoglio attuale di Exor vale circa 40 miliardi di euro e comprende, oltre a Ferrari, partecipazioni in Stellantis – oggi alle prese con un mercato complesso – e in realtà come The Economist Group, Christian Louboutin, il gruppo sanitario Merieux e, più recentemente, Royal Philips. Esplorare nuovi mercati, come il lusso e la sanità sta diventando una priorità tra guerra dei dazi, guerre tra paesi, l’economia globale è confusa e per gli investitori è sempre più complesso vederci chiaro. Exor, non fa eccezione alla regola, compra e vende, acquisisce per poi rivendere le sue quote, al fine di una fluidità dei proventi realizzati.
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