Il conflitto che coinvolge Israele, Iran e Stati Uniti ha generato delle ripercussioni anche presso i nostri distributori di benzina.
In base a quanto sancito dall’Unione nazionale consumatori, un pieno di benzina è schizzato a 2 euro nel giro di una settimana. In autostrada il prezzo della benzina ha superato i 2,3 euro. Gli indici internazionali del petrolio sono tornati stabili, come nella situazione antecedente al conflitto, ma in Europa si piange ai distributori.

La tregua in Iran ha calmato le acque nelle ultime ore, ma i prezzi dei carburanti alla pompa sono saliti alle stelle e stenteranno a calare. Dopo l’attacco statunitense in Iran, l’innalzamento è stato immediato. Un pieno, in base all’analisi dell’Unione nazionale consumatori, è aumentato di 2 euro in 7 giorni. In autostrada il prezzo della benzina in modalità servito ha sfondato la superato i 2,3 euro al litro in diversi distributori, e, in molti impianti autostradali, al self ora è intorno ai 2 euro al litro, ha stabilito Codacons.
I prezzi del petrolio sui mercati internazionali hanno chiuso in forte calo. I contratti sul Brent sono stati ceduti a 72 dollari al barile, con un calo del 6,5%. In picchiata del 6% anche per l’indice Wti, punto di riferimento per la determinazione del prezzo del petrolio nel mercato statunitense e a livello internazionale. Sebbene gli indici del petrolio siano calati, i prezzi per i consumatori sono saliti.
Sale il prezzo ai distributori di benzina
Assoutenti ha annunciato: “La guerra scoppiata in Iran, come a suo tempo il conflitto ucraino, viene utilizzata come pretesto per fenomeni speculativi sulle quotazioni dei prodotti energetici. Il peggio deve ancora venire e il conflitto in atto rischia di avere ripercussioni dirette per le tasche dei cittadini italiani e delle imprese“.

Assopetroli, che riunisce le piccole e medie imprese, ha replicato: “In merito alle recenti denunce su presunti rincari record dei carburanti lungo la rete autostradale, è necessario riportare il dibattito su un piano di chiarezza e verità. In Italia, i prezzi dei carburanti sono totalmente liberalizzati da oltre dieci anni. Ogni impianto applica liberamente le proprie condizioni di mercato, stabilite in base a concorrenza, costi operativi e servizi offerti. Non esistono prezzi imposti o calmierati, né alcuna istituzione pubblica può intervenire per fissarli o limitarli Il self service conviene davvero. La modalità servito è una scelta, non un obbligo. Chi vuole evitare il sovrapprezzo legato alla presenza dell’operatore può scegliere il self service, che resta significativamente più economico“.