Nuova bufera sulla Tesla, finita al centro delle polemiche in un paese europeo. Il tutto è legato a delle pratiche commerciali che non sarebbero state pienamente corrette ed occorrerà andare a fondo.
Sono tempi duri per il mercato dell’auto elettrica e per chi ha puntato sempre e solo su di essa. Le vendite delle BEV non decollano, ed il piccolo incremento che si era registrato qualche anno fa sembra essersi arenato. La Tesla ha vissuto un crollo delle immatricolazioni in questi ultimi mesi, complici le posizioni politiche assunte da Elon Musk, il quale ha deciso di finanziare la campagna elettorale di Donald Trump.
Tra i due c’è poi stata una rottura, con Musk che ha lasciato il DOGE decidendo di tornare ad occuparsi in prima persona della sua Tesla, che vive il momento più difficile della propria storia. Come scopriremo nelle prossime righe, per la casa texana non c’è un attimo di pace, ed un nuovo scandalo è appena iniziato. In un paese europeo, il colosso delle auto elettriche ha subito un’accusa molto grave, e dovrà prepararsi a fornire delle risposte molto in fretta.
Secondo quanto riportato dal sito web “Quattroruote.it“, il Dgccrf della Francia, ovvero il direttorato generale per le politiche sulla concorrenza e la tutela dei consumatori, ha portato a termine un’indagine che era stata avviata due anni fa, in merito a presumere pratiche commerciali ingannevoli da parte della Tesla. La compagnia di Elon Musk avrebbe promosso in maniera non corretta i sistemi di guida assistita delle sue auto elettriche, facendoli passare per completamente autonomi. Ma non è tutto. Tra le colpe dell’azienda ci sarebbe anche la firma di alcuni contratti di vendita senza un luogo ed una data di consegna, oltre che le mancate procedure di rimborso ai clienti in maniera rapida.
Coloro che si sono occupati dell’indagine hanno dunque portato alla luce delle pratiche commerciali ingannevoli, dimostrando che esse siano realmente accadute. Gli inquirenti hanno dato quattro mesi di tempo alla Tesla per fermare queste pratiche, pena delle sanzioni di 50.000 dollari giornaliere, sino a quando tutto non tornerà in regola. Al momento, dal Texas non è arrivata alcuna replica ai risultati dell’indagine.
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