Con una Italia sempre più in crisi la famiglia Agnelli sta escogitando un programma definitivo per allontanarsi e spostare le attività.
Il fenomeno della delocalizzazione delle imprese italiane diventa sempre più frequente. Con il termine delocalizzazione si intende la scelta di grandi e piccoli gruppi industriali che trasferiscono la loro produzione dal territorio nazionale in altri Paesi, dove il costo del lavoro è più basso. Gli effetti collaterali si fanno sentire sul livello di occupazione del lavoro, che in Italia ha subito la perdita di posti di lavoro, tra licenziamenti e cassa integrazione.
La FIAT non fa eccezione, e se per il passato è stata sempre sostenuta da aiuti statali, oggi, la famiglia Agnelli, diversificando le sue attività, sposta il suo baricentro all’estero. Exor da anni ha spostato la sede legale ad Amsterdam per ragioni fiscali. La potente holding della famiglia Agnelli-Elkann, come riportato sulle colonne di Milano Finanza, ha incassato tre miliardi con la cessione di un 4% di Ferrari. Un altro segnale che non lascia tranquilli gli appassionati.
Con investimenti in altri settori, nella speranza di riequilibrare le perdite del Gruppo Stellantis, la famiglia sta attuando il suo piano, nonostante in borsa perde più del 5,4%. In un anno, il titolo è crollato di oltre il 45%. Seicento posti di lavoro sono stati tagliati, molti da Mirafiori, a fine 2024.
Cambio della guardia, via Tavares e dentro il nuovo a.d. Filosa, che potrebbe rappresentare l’inizio di un nuova era, ma si riparte da Detroit, non certo dall’Italia. Filosa guadagnerà circa 23 milioni entro il 2028 per cercare di apportare un cambiamento e una rivoluzione, ma vivrà nel Michigan e si muoverà tra Auburn Hills, Parigi e l’Italia. Il destino della Maserati? Non sono arrivate ancora risposte certe, i lavoratori tra licenziamenti e trasferimenti brancolano nel buio.
Il quadro della situazione è assai complesso, e non sono ammessi passi falsi. John Elkann ha trovato un accordo con il Governo Meloni sugli stabilimenti nostrani, tuttavia le condizioni dei lavoratori non sono migliorate. Cosa è rimasto del Made in Italy? E’ importante ripartire dalle origini per assicurarsi un futuro con maggiori certezze per il Gruppo e per i lavoratori.
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