La Casa modenese ha vinto una importante causa in sede europea in merito ai diritti relativi alla Testarossa. La storia di una vicenda diventata un ingiustizia senza precedenti.
Certo un Ferrari bianca è abbastanza insolita, soprattutto se è una Testarossa. Erano anni in cui il Drake non vedeva altro che il rosso. La vettura, con la sua linea, opera di Pininfarina, caratterizzata dalla coda notevolmente allargata (dominata dalla grossa fanaleria di foggia rettangolare dissimulata dalla presenza di una fitta serie di barre orizzontali dipinte di nero) e dalle grandi griglie laterali, suscitò subito consensi e invidie. Per alcuni puristi del Cavallino la Testarossa era addirittura eccessiva, più vicina all’ostentazione Lamborghini che all’eleganza Ferrari. Anche gli interni, lussuosamente rifiniti, erano opulenti.

In origine la Ferrari Testarossa disponeva di un solo specchietto retrovisore, molto sporgente, e curiosamente situato sulla mezzeria del montante sinistro del parabrezza, allo scopo di migliorare la scarsissima visibilità posteriore, che era ostacolata dal design della zona posteriore. La vettura solo nel 1986 fu dotata di una soluzione più tradizionale, consistente nell’adozione di due specchietti, situati alla base dei montanti, e non in prossimità della loro mezzeria.
La meccanica era mutuata dal modello precedente, ma venne affinata: il 12 cilindri a piatti di 4 942 cm³ beneficiò di una nuova testata a 4 valvole per cilindro ed erogava ora una potenza di 390 CV. Il retrotreno venne dotato di doppi ammortizzatori. Il motore 12 cilindri “piatto” poteva spingere la Testarossa alla velocità di oltre 290 km/h. Ora si può sognare davvero: spiegato come verrà migliorata la Scuderia Ferrari.
Testarossa: la vittoria della Ferrari
Della Testarossa sono state prodotte 7177 esemplari. La Testarossa è stata oggetto di una vicenda giudiziaria molto particolare. L’Ufficio per la proprietà intellettuale dell’Unione Europea aveva sostenuto che la Casa di Maranello non avesse utilizzato il marchio in modo “effettivo” per un periodo continuativo di cinque anni tra il 2010 e il 2015.

Ferrari ha ottenuto una significativa vittoria presso la seconda corte di appello dell’Unione Europea, che ha riconosciuto l’ingiustizia della revoca dei diritti sul marchio Testarossa. Ora però il Tribunale dell’Unione Europea, annullando tale decisione, ha stabilito che Ferrari ha effettivamente usato il marchio attraverso pratiche commerciali come l’approvazione dei concessionari per la vendita di Testarossa usate e la concessione in licenza per modellini in scala. Giustizia è stata fatta!