La Commissione Europea sta portando avanti delle idee che non sono condivise a livello parlamentare. La direttiva ritirata da Von der Leyen ha creato una spaccatura totale.
Von der Leyen è nel mirino dei partiti che non vogliono accettare la posizione assunta dalla presidentessa della Commissione Europea. Von der Leyen è stata inclusa nelle 100 persone più influenti del Time ed è stata nominata la donna più potente del mondo da Forbes nel 2022, riconfermata nel 2023 e 2024. La sua vice e responsabile per il clima, la socialista spagnola Teresa Ribera, ha affermato che l’Unione “non può continuare ad annacquare le sue ambizioni climatiche: la flessibilità è accettabile solo se non compromette gli obiettivi”.

La leader liberale di Renew, il partito di Emmanuel Macron, Valérie Hayer ha replicato: “Siamo sull’orlo di una crisi istituzionale”. La capogruppo spagnola dei Socialisti Iratxe Garcia Perez è “profondamente preoccupata” per la deriva procedurale della Commissione. I cambiamenti climatici e il degrado ambientale costituiscono una minaccia enorme per l’Europa e per il mondo. Il Green Deal europeo si è posto l’obiettivo di rende l’UE efficiente sotto il profilo delle risorse con EV, garantendo che nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra.
La direttiva ritirata da Von der Leyen avrebbe potuto proteggere i consumatori da pratiche commerciali sleali e spingere le aziende alla trasparenza nelle comunicazioni ambientali. Con l’azione compiuta dalla presidentessa della Commissione, secondo i partiti Socialisti e Liberali si sarebbe superato il limite.
La reazione del Parlamento
Carlo Altomonte, professore alla Bocconi, ha annunciato: “Semplificare in astratto è giusto. Ma perché le semplificazioni funzionino occorre una valutazione del loro impatto sull’economia. In questo caso la direttiva ritirata non può essere messa sullo stesso piano della norma che ha eliminato le multe sulle auto a combustione. Diciamo sempre che vogliamo un mercato interno funzionante, ma non funziona meglio solo se ci sono meno regole. Le norme di armonizzazione servono”. Un errore che potrebbe generare altri problemi in una fase già piuttosto delicata.

La Commissione giuridica del Parlamento ha votato a favore del ricorso, ma toccherà a Metsola decidere se presentarlo. “Non escludiamo nessuna opzione – ha affermato Lucia Annunziata, deputato indipendente dei Socialisti – Parlamento, Commissione e Consiglio dovrebbero svolgere ruoli distinti. Quelli che stanno emergendo sono seri problemi politici. Il primo è il legame ambiguo fra Von der Leyen e Giorgia Meloni. Le due giocano di sponda sin dall’inizio del loro mandato, ma la maggioranza che ha eletto questa Commissione è di un altro colore politico. Il secondo è più largo: il potere benefico dell’Europa che promuove la pace e il Green Deal non c’è più. Siamo entrati in un’era diversa”.