C’è chi per una vita ha tenuto nascosto dei gioielli o degli orologi, ma un nipote ha ritrovato una collezione privata di supercar a casa della nonna da far girare la testa agli appassionati.
Gioielli di famiglia, così si potrebbe intitolare la notizia di un ritrovamento inaspettato, oltreoceano, da parte di un nipote nel garage della nonna. Ogni famiglia ha i suoi segreti, ma se i segreti sono una Ferrari e una Lamborghini, si capisce che l’affare si complica. La storia che vi raccontiamo arriva da lontano. Un giovane ha scoperto che suo nonno, appassionato di belle auto, dopo aver svolto per una vita un’attività di noleggio di supercar, una volta passato a miglior vita aveva lasciato sotto un telo due bolidi italiani da sogno: una Lamborghini Countach e una Ferrari 308.

Due signore italiane dell’alta società, dal valore indiscusso, con i segni del tempo ma con una magica e romantica storia da raccontare. Fiore all’occhiello dell’ingegneria italiana, la Lamborghini, disegnata da Marcello Gandini e progettata da Paolo Stanzani, venne presentata come prototipo al Salone di Ginevra del 1971, e rimase in produzione fino al 1990, quando venne sostituita dalla Diablo. Questa vettura, che ha il merito di essere riuscita a far sopravvivere la Lamborghini dopo che questa venne dichiarata insolvente nel 1980, ha imposto nel mondo la sport-car all’italiana con la tipica forma a cuneo.
Ritrovati due miti italiani
A differenza di molti altri modelli della Casa del Toro, il nome Countach non deriva dalla tauromachia, ma da contacc!, un’espressione piemontese che, come riferito dallo stesso Gandini, era ripetutamente usata da un operaio che lavorava alla Bertone insieme al team che stava progettando l’auto. La parola, traducibile letteralmente come “contagio”, “peste”, è usata nel dialetto torinese per esprimere stupore e meraviglia (corrispondente agli italiani accidenti! o perbacco!).
La Ferrari 308, invece, è un’autovettura sportiva a 2 posti prodotta dal 1975 al 1985 in due versioni: la GTB (Gran Turismo Berlinetta) e la GTS (Gran Turismo Scoperta). Per lo studio della linea e degli interni fu incaricata la Pininfarina che affidò il compito a un team di designer, guidati da Leonardo Fioravanti. La sagoma del nuovo modello Ferrari risultò chiaramente ispirata alla “512 BB”, maggiormente affinata nell’equilibrio formale e con aggiunte delle vistose prese d’aria laterali, poste sotto la linea di cintura, evocative della “Dino 246”. La realizzazione della carrozzeria venne commissionata a Sergio Scaglietti, storico collaboratore della Ferrari per la costruzione delle auto da competizione, con particolare esperienza nel trattamento dei materiali compositi. Due pezzi di storia affiancati l’uno all’ altro pronti a ripartire e a ruggire sulle strade. Una eredità su 4 ruote, come vedrete nel video in alto del canale YouTube Very Interesting.